mercoledì 28 maggio 2008

PER IL PARTITO COMUNISTA

L’assemblea di Marino del 27 maggio
Di Maurizio Aversa

CRONACA
Qualche decina di persone di sinistra si sono confrontate sui temi proposti alla discussione:informazione e società dell’informazione, cultura, alternativa economica.
Numerosi sono stati gli interventi. Tutti consapevoli, esplicitandolo, che uno degli obiettivi da percorrere è una inistra unita e presente per dare risposte all’Italia così come localmente. Socialisti, Comunisti di Rifondazione e dei Comunisti italiani, Verdi e Sinistra democratica, tutti sono stati intenti ad ascoltare e a cercare di rispondere ai quesiti che singole persone di sinistra sono venuti a porre. Anche con vere e proprie proposte. Per quanto riguarda l’approfondimento della scelta aumento dei consumi nei servizi o decrescimento. Così come per un diverso modo di proporre il confronto svolto in modo più vasto, tematico e con esperienze dirette di partecipanti autori della elaborazione nazionale dei programmi e dei progetti della sinistra italiana. Inoltre, anche proposte su come intervenire nel locale e subito per bloccare sventatezze del governo locale. Quindi, una sinistra viva. Una sinistra che il gruppo di lavoro che ha messo in piedi questo percorso si aspettava proprio.

COMMENTO
Pochissimi mesi fa ci si è ritrovati. Nel senso della completa corresponsabilità politica delle forze-organizzazioni che si sono ritrovate. Le persone, i compagni e le compagne, che in carne ed ossa sono queste organizzazioni si sono ritrovate.
Pare non sia bastato. Rinvio alle analisi già compiute collettivamente e singolarmente, o nei duetti e nei crocchi.
Ma, confermo, che pare proprio che non sia bastato, non solo alla luce funesta dei vari responsi-condanne elettorali (a proposito qualcuno ha notato che c’è stata questa rimozione tacita a menzionare l’altra batosta per sinistra, arcobaleno e Pd in Valle d’Aosta?), ma anche rispetto alla necessità soggettiva (dei partecipanti che vengono e ti chiedono: insomma che fate?) oltre che a quella oggettiva che è certificata dalla nostra analisi-proposta-verifica.
E che occorra andare oltre il ritrovarsi è evidente qui di fronte a noi.
Non possiamo offrire punti di riferimento se non affiniamo-condividiamo analisi e proposta.
Non possiamo proporci come opposizione o come propositivi di scelte di governo se non ci strutturiamo come forza unita (più o meno compatta) non leggera, non provvisoria.
In poche righe e già c’è, lo ribadisco, il solco tracciato davanti a noi. Senza cincischiare e senza guardare chissà a quale monolite (mai esistito anche se evocato) del passato.
La risposta è l’unità della sinistra (partiti, movimenti, singoli, associazioni…) forte di un programma condiviso.
Ma questa unità e questo agire unitario, sta in capo a qualcuno che sia in grado di garantirlo per l’oggettiva generosità del proprio agire. Questo qualcuno non è un singolo. E’ un intellettuale collettivo, è una forza “normalmente” abituata ad agire a favore degli oppressi e degli ultimi e senza chiedere in cambio nulla. E se ci sono state eccezioni, erano errori e quindi eccezioni. Quella forza, proprio perché non inventata a tavolino oggi, ma già presente nella memoria (nel senso sanscrito: pensare) di chi la ha conosciuta come di chi la percepisce solo ora per motivi anagrafici, è l’idea comunista. Ed i nostri obiettivi, di contenuto e di metodo politico come la ricerca dell’unità della sinistra, può essere messa serenamente nel novero dei compiti “normali” di un forte partito comunista.
Non impelaghiamoci in inutili astrattismi. Le cose che ognuno, forza o singolo, ha sostenuto fino ad oggi, avevano ragione di essere, proprio perché occorreva iniziare un percorso di confronto chiaro partendo d una strada già percorsa. Ora è tempo di riconoscere che le scelte sono giunte all’appuntamento. Dunque, intelligenza, fermezza di nervi, chiarezza di progetto e resistere contro, ma costruire per; difendere ma ottenere. Non è partito di governo e di lotta: è progetto per la difesa minima della democrazia ed ottenimento di livelli di salvaguardia che non facciano tracimare il nostro riferimento, il nostro innevamento naturale che sono le classi lavoratrici.
E’ la forza che garantisce tutti e non tradisce nessuno quella di cui c’è maggior bisogno. E’ la forza che lega insieme le anime politiche e culturali della sinistra con l’egemonia del pensiero e delle idee non del potere omologante che garantisce l’unità della sinistra. E’ il partito comunista, quello dei “diversi” che mostra con la quotidianità diffusa (come il significato del daba ebraico: il verbo, l’esempio concreto) come un ri-inizio è possibile.

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