giovedì 25 settembre 2008

Con voce forte e chiara!

Cari Paolo Ferrero e Oliviero Diliberto,
non voglio essere ingeneroso, e quindi vi ringrazio anticipatamente per quanto avete già determinato nel passato e nel breve periodo che abbiamo alle spalle dalla nostra extraparlamentari età per la sinistra e per i comunisti che hanno voglia di un nuovo inizio (ricominciare è il verbo più utilizzato di recente da chi con rabbia e con passione ha attraversato l’ultimo anno politico e sociale, per non dire i precedenti che tutto ciò hanno preparato).
Però,
mentre nel mio piccolo – anche perché trovo giusto espormi e rispondere personalmente delle idee e delle proposte che avanzo – sono stato, con altri meravigliosi compagne e compagni dei comunisti italiani, di rifondazione e della sinistra democratica, presente nel dibattito e nelle iniziative per far vivere la sinistra unita, i comunisti uniti, fino a poter giungere ad un partito rinnovato, devo dire che non mi è piaciuto e non mi piace questo attendismo (forse di giorni o di ore) che voi due, nelle rispettive funzioni che ricoprite e non state svolgendo, state determinando.
Mi spiego:
credo che le accelerazioni oggettive della realtà circostante (internazionale, con le vicende delle guerre di aggressione in atto; economico globale, con la bolla finanziaria che ha fatto mangiare se stesso un pezzo di capitalismo americano; europeo, con le ondivaghe contraddizioni di un’europa politica e sociale che fa a cazzotti con quella istituzionale e con gli allargamenti ora auspicati ed ora rinnegati; dell’Italia, con una destra fascista che cerca di imporre, vista la molle opposizione parlamentare del PD e di IDV, politiche destrutturanti dello stato democratico, del welfare e della stessa agibilità dei valori di democrazia, attenta però a mettere insieme schiere di soliti amici intenti a fare affari sulla pelle dei lavoratori utilizzando le risorse pubbliche;
obblighino la sinistra, la sinistra comunista, ad essere anche più aggressiva. Ovviamente nel senso della denuncia forte, della ricerca unitaria ma non purchè sia.
In questa direzione, cari Diliberto e Ferrero,
vi chiedo di misurarvi con più ricorso alla tribuna, alla parlata chiara e netta ai lavoratori e al popolo della sinistra, anche sui temi che ognuno di noi sta soffrendo sulle scomposizioni e ricomposizioni in atto nella sinistra.
Mi è capitato di criticare e denunciare le ipocrisie e le miopie di certe scelte illogiche, i percorsi che dirigenti e quindi linee politiche ufficiali come quella del documento di SD, hanno via via assunto negli ultimi mesi. Pur riconoscendo l’assillo da cui si è voluto partire, la deriva che ne è seguita mano a mano ha visto dapprima SD proporsi come lievito e collante; quindi trovare auspicio ed appoggio dalle aree (risultate poi minoritarie) all’interno dei comunisti italiani e di rifondazione; successivamente proporre una sinistra che pensi al confronto col PD per un nuovo centrosinistra; fino a poche ore fa, quando Fabio Mussi – sempre il più chiaro nelle indicazioni politiche che vuole far conoscere – pur smentendo il ritorno al PD, indica di fare un nuovo partito strappato dalle carni di rifondazione e pdci.
Quindi se il dado è tratto (non credo che nelle prossime ore, l’ambiguità di Giordano che sostiene che la riunione nazionale di Rifondazione per la sinistra sia dentro e fuori il partito, possa essere tollerata oltre) va evitato – con voce forte e chiara - che la poca sinistra in campo, la sinistra comunista in campo, si senta come polidiretta da ognuno che – pur nella legittimità dello scontro politico e della rappresentanza politico sociale di sensibilità diverse – abbia voglia di far finta che confronti statutari non siano stati adempiuti. Non un richiamo all’ordine, ma una chiarezza che è dovuta e che si aspetta l’insieme di militanti e sostenitori che pensano alla ri-costruzione di un partito comunista di massa, altro che le ombre delle faide che ripropongono nuovismi.
Concludendo, cari Ferrero e Diliberto,
i tempi, ravvicinati, sceglieteli voi (quattro giorni, poche ore….), i modi, espliciti e trasparenti, adeguateli a quel che ritenete di fare ora (documenti, lettere, dichiarazione comune…), però non tacete e non siate stentorei.
Saluti comunisti, Maurizio Aversa

domenica 21 settembre 2008

Si è partiti, è la prima pietra o si sta fissando l’agenda?

L’argomento, non è dei più semplici. Si tratta della costituente della sinistra che Claudio Fava, come anticipato da l’Unità, voleva che partisse ieri (20 settembre) per parlare alla sinistra senza rappresentanza. All’inziativa, secondo il resoconto di Simone Collini de l’Unità, erano in cinquanta tra dirigenti od ex di partito ed intellettuali di area. Sinteticamente viene riportato che su una cosa c’è stata l’unanimità: che occorre una sinistra unita. Sui tempi non c’è accordo. Sui modi non c’è accordo. Sui contenuti (se sinistra per governare, o sinistra non necessariamente per governare) non c’è accordo. Dunque, nella migliore delle visioni che si possano avere, siamo in presenza di un rinvio di approfondimenti. Come quello che l’area vendo liana farà costituendo Rifondazione per la sinistra il 27 prossimo.
Con queste premesse si mette male per chi ha additato l’esperienza arcobaleno come operazione di stati maggiori e poi, cerca di riproporre, senza simboli, la stessa cosa. Non a caso la voce critica di un intellettuale marxista lì presente, Mario Tronti, ha fatto riferimento al fatto che nessuno, non volendo ripetere errori già compiuti, ha indicato in che modo coinvolgere a livello di massa gli elettori in questa prova.
Quindi sta già saltando l’impostazione di SD che a tambur battente pensava di lanciare la costituente con tutti quelli che abbandonata la bandiera rossa con falce e martello, avrebbero abbracciato un programma di sinistra riformatore da imporre nel confronto con il PD.
Perché tanti dubbi dai probabili costituenti? Sicuramente perché nelle analisi delle realtà politiche si saranno fatti i conti che una cosa era condurre maggioranze di partito a questa scelta tutti insieme, altra cosa diversa ed opposta è l’opportunità di fare con leggerezza tale scelta con minoranze interne di partito. Ora, pur nel non detto esplicitamente, c’è un rinvio all’esito che emergerà dall’iniziativa di Vendola del 27 pv. Nel senso che conterà la partecipazione e la sua qualità di composizione; così come il tipo di confronto pubblico che lì si esprimerà.
Ma spazi oramai non si vedono all’orizzonte. Il punto certo, immediato, chiaro che può essere prospettato dalla sinistra è ricominciare dall’unità dei comunisti, ovunque essi si trovino in questo frangente. E va sottolineato che il grande lavoro sociale e politico che Paolo Ferrero sta facendo con il sostegno alla inchiesta sociale di Fiom tra centomila lavoratori, è l’indirizzo giusto per predisporre la barra della direzione che organizzazioni di sinistra devono svolgere nella società.
Maurizio Aversa

Sinistra Democratica prova la costituente

Il 20 settembre a Roma, una riunione di alcune parti della sinistra organizzata si è riunita per dar vita alla riunificazione della sinistra. Secondo un auspicio che inizialmente, dai sostenitori del progetto, avrebbe dovuto interessare la stragrande maggioranza della sinistra stessa. Purtroppo non è stato così. Ma, caparbiamente ed incoerentemente, il progetto iniziale si è trasformato con con una azione maieutica nei confronti di una platea potenziale che alla fine ha risposto in modo striminzito.
Quelli che seguono sono l’intervento che Gennaro Migliore di Rifondazione Comunista (tra i sostenitori di questa linea battuta al congresso da Ferrero) ha scritto per il sito di Sinistra Democratica; e l’intervista a Claudio Fava rilasciata a L’unità in occasione della giornata del 20 e riproposta sul medesimo sito. A seguire, in neretto, i due commenti pubblicati sullo stesso sito scritti da maurizio aversa.



La nascita della sinistra non è più rinviabile
Di Gennaro Migliore
Nel giro di pochi mesi dalla vittoria della destra i fronti del conflitto sociale in Italia si sono moltiplicati, in seguito a un attacco a tutto campo di portata inaudita. Dall’Alitalia all’offensiva contro la contrattazione nazionale alla controriforma della scuola, si sta aprendo una fase di altissima conflittualità sociale, segnata da un inevitabile ripresa della contestazione di massa.In una fase simile, le forze politiche della sinistra non possono limitarsi al compito, pur fondamentale, di sostenere con tutte le loro energie i soggetti delegati a gestire la conflittualità sociale, a partire dalla Cgil e dalla Fiom. Devono anche saper agire come attori politici pienamente consapevoli, capaci di farsi carico e di rispondere alle domande politiche che salgono dalla conflittualità sociale. L’offensiva alla quale abbiamo iniziato ad assistere e i conflitti diffusi che essa comporta rendono più che mai urgente, non più rinviabile, la nascita di una Sinistra in grado di rispondere a quelle domande e a quelle esigenze. Se non ci riusciremo, gli stessi esiti del conflitto sociale saranno pregiudicati.E’ un compito arduo. Richiede impegno e determinazione, ma anche maturità politica. Quella che è mancata, appena pochi mesi fa, ai tanti, troppi che hanno lavorato per derubricare la Sinistra Arcobaleno a una misera federazione tra soggetti attenti soprattutto alla propria identità e al proprio specifico interesse. Quella federazione non poteva andare oltre i confini angusti di un cartello elettorale. Riproporla oggi, dopo la severa lezione impartitaci dalla nostra stessa gente il 13 aprile, non è solo sbagliato. E’ irresponsabile.La direzione che in cui dobbiamo avviarci è opposta. Deve marciare esplicitamente, senza ambiguità, verso il processo costituente di una nuova soggettività politica. I tempi di questo processo non possono essere predeterminati, ovviamente. Di certo, saranno tanto più rapidi in ragione della costellazione di iniziative politiche diffuse che riusciremo a determinare, innescare e incentivare.Una cosa, tuttavia, deve essere chiarissima e non sarà mai abbastanza ripetuta. Il soggetto verso cui muoviamo non può essere rappresentato solo, e neppure principalmente, dalle forze politiche oggi in campo. Il suo profilo dovrà essere caratterizzato, al contrario, dalla capacità di attrarre e restituire speranza e possibilità di intervento diretto a tutti quei compagni, intellettuali ma anche semplici militanti, le cui energie e le cui intelligenze sono il sangue e i nervi della Sinistra. Senza di loro, il processo costituente resterà solo una formula vuota
Caro Gennaro Migliore, dici che non basta sostenere sindacato e soggetti che si impegnano nel conflitto sociale, ma che occorre essere soggetti politici che mettono insieme la lotta ed una proposta pensata con partiti (o costituente) ed intellettuali in quanto così si rappresenta l'alternativa nella società. Bene. Poi dici che per fare questo la strada è la costituente e non l'unione di ex arcobaleno. Ma il 20 otobre dello scorso anno c'era la costituente o i partiti ed il sindacato più radicato a sinistra ad aver portato a Roma un mlione di compagne e compagni? Forse, allora, se ci rifletti meglio concluderai che la costiuente è un altro partito di cui è legittima la nascita, ma che semplicemente si aggiunge alla lista delle sigle delle cose unitarie che si vorranno promuovere (a cominciare dai conflitti sociali); mentre perseguire l'unità dei comunisti è la base del tuo enunciato iniziale dove chiedi ad una forza di sinistra di agire consapevolmente per dare risposte politiche alla conflittualità sociale.Un saluto comunista, maurizio aversa


Al via la costituente, parleremo alla sinistra senza rappresentanza
Intervista a Claudio Fava
Tutti intorno a un tavolo, politici, sindacalisti, intellettuali, per fondare la Costituente di sinistra, primo passo per avviare un processo unitario a sinistra. Oggi alla Casa delle donne di Roma riparte il progetto a cui guarda Sinistra democratica, la minoranza di Rifondazione di Vendola e Giordano, i Verdi di Cento, la minoranza per Pdci di Katia Belillo. Ci saranno Alberto Asor Rosa, Moni Ovadia, Ascanio Celestino, Pietro Folena, Fabio Mussi, Aurelio Mancuso dell’Arcigay, il segretario della Fiom Rinaldini, Paolo Hutter, Aldo Tortorella, Mario Tronti, Flavio Lotti. Claudio Fava, coordinatore di Sd, di una cosa è convinto: «È il momento». L’interlocutore privilegiato è il Pd, non certo l’Udc.
Fava,il progetto è ambizioso, ma partite con pezzi di SD,RC,Verdi. Non è un po’ poco?
«È un progetto diverso da quello immaginato prima delle elezioni. Non vogliamo più costruire l’unità della sinistra perché la campagna elettorale e gli esiti dei congressi mostrano che ci sono due opzioni inconciliabili: l’opzione di chi lavora per l’unità dei comunisti con un ritorno fortemente identitario alle ragioni e ai simboli della tradizione del secolo scorso e l’opzione di chi vuole una nuova sinistra che vuol rinnovare se stessa, aggiornare il proprio sguardo nei confronti di un paese profondamente cambiato, che si pone l’obiettivo di una profonda riforma delle pratiche politiche. Dobbiamo porci il problema della trasformazione del paese e dunque anche di una cultura di governo nelle forme e nelle circostanze in cui tutto questo è possibile. C’è invece chi ritiene che la funzione della sinistra sia quella di presidiare uno spazio minoritario». Quale è l’obiettivo che vi ponete?
«Recuperare in parte i semi positivi dell’Ulivo e seppellire per sempre lo spirito malato dell’Unione è uno degli obiettivi che un processo di aggregazione politica a sinistra deve porsi». Quali sono gli interlocutori politici a cui guarda la Costituente?
«Intanto ci sono alcuni protagonisti naturali, coloro che hanno costruito in questi anni una esperienza di militanza civile e politica a sinistra, un tessuto connettivo di associazioni e di esperienze fuori dai partiti come i movimenti pacifisti, il movimento antimafia. Penso anche alle grandi battaglie di un’associazione come Libera, a tutti coloro cioè, che hanno mirato a trasformare la coscienza civile del Paese. Poi, ci sono Sd e una parte significativa di compagni di Rc e del Pdci che non hanno condiviso le conclusioni di quel processo, i Verdi e la cultura ambientalista che ormai è orizzontale e tutta la sinistra non connotata nella militanza politica». Agli appuntamenti elettorali come pensate di arrivare?
«Preferisco pensare alle elezioni come la conseguenza di un processo. Il centrosinistra in sé non è un valore, lo è in quanto frutto di un processo politico. Per noi l’interlocutore naturale della sinistra è il Pd, quello innaturale, impossibile, è l’Udc non per pregiudizio ma per merito politico. Sarebbe lo stesso errore che ha portato a tenere fino all’ultimo nel centrosinistra Mastella e Dini. Al tempo stesso noi troviamo che questo processo di coalizione debba essere davvero arricchito di politica rimettendo anche in discussione esperienze fallimentari come l’Abruzzo, la Calabria e la Campania. Dove non abbiamo saputo, come centrosinistra, riaffermare l’autonomia della politica
Esattamente come avevo avuto modo di contestare a più riprese, ora "alea iacta est". Si, il dado è tratto perchè in questa breve intervista la cosa che emerge prepotentemente è non più il ruolo di "collante e di lievito che il movimento sinistra democratica voleva svolgere tra le forze della sinistra"; ma semplicemente la nascita di un ennesimo partitino (o partitone) che sia risulta di pezzi di rifondazione (sconfitta al congresso in una propria battaglia interna), pezzi di pdci (sconfitta al congresso in una propria battaglia interna) e parti della rappresentanza della sinistra diffusa nella società. La volta precedente (mi spiace per problemi personali di non aver potuto immediatamente replicare ad una anonima firma che mi censurò) commentando l'ambiguo documento della direzione, avevo additato alla ipocrisia politica della scelta (non certo delle persone che stimo, altrimenti non mi intratterrei in scontri e confronti)ed oggi, a distanza di pochi giorni il disvelamento. Mi permetto di farvelo presente per piccola diretta esperienza personale che avviene qui ai castelli: guardate che la base dei dirigenti che si muove e vi rappresenta, non ha difficoltà e non ha imbarazzi a definirsi comunisti, ad imbracciare la bandiera rossa con la falce e martello ed a ritenere che il capitalismo è quanto va cambiato, superato ed abbattuto nelle impostazioni delle battaglie politiche attuali.Un fraterno saluto, maurizio aversa

lunedì 15 settembre 2008

estrazione riffa di sottoscrizione alla festa di Castel Gandolfo: L'isola che non c'è

Passata la tromba d'aria, trascorse le giornate alternativamente tra acqua, vento, bel tempo e dibattiti riusciti anche in modo insperato per partecipazione, siamo in grado di pubblicare i numeri estratti associati ai premi ricevuti o acquistati in occasione della festa che Rifondazione comunista, Comunisti italiani e Sinistra democratica hanno organizzato il 12,13 e 14 settembre.

10. Abbonamento a Liberazione n.00715

9. Buono spesa di 50 euro n.00551

8. Confezione di vini n.00659

7. Cena per quattro persone n.00406

6. Occhiali da sole n.01017

5. Cena per 4 persone n.00902

4. Un prosciutto n.00147

3. Macchina fotografica n.01006

2. Cellulare n.00193

1. Weekend in barca a vela (6 persone) n.01237

lunedì 8 settembre 2008

Analisi del documento della Direzione Nazionale di SD

Posso chiedere a SD di non essere ipocrita?
1. Riproposizione del motivetto siamo movimento non siamo partito:
dichiarate una strategia “Sinistra”, in varie occasioni (incluso l’ultimo capoverso di questo documento) vi rivolgete a pezzi di partiti della sinistra, avete organismi nazionali, regionali, federali e locali, indicate un percorso per le europee e sostenete di non essere un partito. Guardate che quello che non è un partito è quello del predellino…..
Ricordo perfettamente la vostra nascita (mi fermo qui di Mussi, e l’intuizione di proporsi come “lievito”). Mi sembra che il lievito possa essere messo a disposizione di tutto un ammasso di impasto….e non prendere pezzetti di impasto per utilizzare il lievito altrove….forse è legittimo farlo, sicuramente non è una messa a disposizione ma una etero direzione e certamente è una insincerità (detta volgarmente bugia) presentarla come non organizzata e non finalizzata a rafforzare un partito.

Posso pretendere chiarezza di analisi, coerenza e trasparenza nelle posizioni politiche che si danno per scontate e per questo (in un documento ufficiale, suvvia!) vengono taciute?
2. L’analisi sul governo di destra e dei padroni guarda che fa, e accollare alle forze (indistinte) della sinistra l’assenza dell’opposizione senza dire una parola sul PD può avere due ragioni:
- SD sottovaluta o dimentica il ruolo del PD, oggi, in Italia, nello schieramento democratico e nel disegno omnicomprensivo che vuol svolgere nella sinistra pur dichiarandosi moderato;
- Oppure, più semplicemente, in modo taciturno ( e che quindi non possono accettare i militanti, i simpatizzanti, gli elettori di sinistra) SD già disegna un proprio ruolo di assiemare pezzi di sinistra e certificato che può presentarsi come altro dal PD, dialoga in esclusiva perché il disegno veltroniano non sia giocato solo da quella postazione ma anche da e con questo nuovo avanposto;
Guardate che a pensarlo è davvero poca cosa e non fa i conti con: la drammaticità della realtà degli ultimi nella società che non ce la fanno più; la tragedia che si potrebbe inverare in Italia se continuasse l’attacco alle basi democratiche e alla convivenza civile del paese; la svendita e lo smantellamento della struttura produttiva di qualità (la cosidetta fuga dei cervelli, oggi la pagano gli emigranti intellettuali, domani la pagherà un paese – cioè persone in carne ed ossa – asservito a decisioni e ruoli padronali che vengono da altrove e che troveranno negli attuali servi di uno pseudo capitalismo italiano quelli che saranno pronti (per qualche prebenda) ad essere svenditori del paese e governanti fantoccio.

Posso pretendere allora di conoscere il massimo di criticità possibile che una direzione di partito o movimento, ma comunque un selezionato e pregevole gruppo dirigente di sinistra, può manifestare, dichiarare, indicare nei confronti del PD? Di ciò che sta compiendo e di quanto ha già dannosamente svolto?
E non accontentarsi di giocare in difesa al grido di mai uniti ai comunisti? Ma, comunisti quali? Quelli che eravate? Quelli che volete dividere? O quelli che non volete a prescindere?
Se è questo il punto, chiaro, semplice, perfino banale, avete l’obbligo morale, etico, di rispetto delle storie personali, delle scelte future di ognuno e quindi politico di dirlo: voi siete quelli del grido “mai più con i comunisti”.

Al contrario, avreste proposto di svolgere il vostro ruolo di lievito con chi già c’è e non con chi vorreste che ci fosse. Il momento cruente poi, è dimostrato dall’esito dei congressi che vi costringe a dire se volete o no unirvi coi comunisti.

Noi, qualcosa a livello locale stiamo facendo, purtroppo insieme a tanta generosità dei compagni e delle compagne, c’è un sottofondo di ambiguità dovuto a queste mezze misure – che il documento conferma in pieno nella totale ipocrisia – che la direzione a Viterbo non ha sciolto. Ovvero, ha confermato in chiave venti settembre: ma i comunisti non sono il papato, voi non siete i garibaldini e soprattutto l’unità della sinistra e dei comunisti non è la Porta Pia di nessuno.

Maurizio Aversa

domenica 7 settembre 2008

l'isola che non c'è 12,13 e 14 settembre al lago a Castel Gandolfo


La sinistra, quella dei partiti comunisti e di Sd che operano nei castelli romani, hanno scommesso sulla partecipazione di tanti cittadini e molti giovani alla festa che hanno organizzato al lago a Castel Gandolfo.

Sarà un momento di festa, ma anche un appuntamento per analizzare gli attacchi dell'oggi e di lungo periodo che i lavoratori, i precari e i senza lavoro stanno subendo dal governo di centrodestra e del capitalismo nostrano ed internazionale.

Sarà un momento di incontro e di allegria, ma anche un modo per creare uno scossone alla sinistra imbelle (o se si vuole, alla non più sinistra) che è diventato il Pd. Inclusi i subdoli tentativi di creare una corrente extrapartiti che eroda ulteriormente i capisaldi della cultura comunista e della pratica politica e dell'organizzazione comunista di cui oggi il paese ha bisogno.

Magari per non morire di regime....


Qui di seguito il manifesto dell'appuntamento

siamo tutti Dante De Angelis

Di seguito pubblichiamo il volantino redatto da Comunisti Uniti in occasione dell'assemblea su lavoro e sicurezza svoltosi a Roma il 5 settembre scorso, e le dichirazioni di Oliviero Diliberto e di Dino Tibaldi a proposito dell'attacco ai lavoratori.

DILIBERTO: MACCHINISTA LICENZIATO, TRENITALIA RITIRI LICENZIAMENTO

Trenitalia ha aspettato Ferragosto per licenziare la seconda volta Dante De Angelis, macchinista delle Ferrovie e rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. E' un provvedimento antisindacale. In un sussulto di lucidita' il vertice di Trenitalia ritiri quel licenziamento'. Un dipendente che lavora per la sicurezza dei viaggiatori, il primo patrimonio di un'azienda come Trenitalia dovrebbe avere altro trattamento dall'azienda. I Comunisti Italiani si mobiliteranno a favore di Dante De Angelis con azioni di sostegno in tutta Italia.


Tibaldi: Fs. Licenziamenti per indebolire potere dei lavoratori
"Il licenziamento di De Angelis è una scelta politica precisa di Fs per indebolire il potere contrattuale di tutti i lavoratori, in particolare per quanto riguarda la sicurezza”. Lo ha dichiarato Dino Tibaldi, responsabile Lavoro del Pdci, intervenendo all’incontro pubblico contro il licenziamento del macchinista De Angelis. “Oggi le Fs, durante la trattativa su macchinista unico e sul futuro delle ferrovie, buttano sul tavolo un pacchetto di licenziamenti come ai tempi dei padroni del vapore. Inoltre aggiungo che è scandaloso che il licenziamento di un Rls che ha fatto il proprio dovere sia stato ordinato da un ex sindacalista come Moretti che, che nelle occasioni pubbliche esprime cordoglio per i morti sul lavoro e poi in pratica licenzia chi si occupa di sicurezza. Sarebbe necessario a questo punto che la trattativa venisse sospesa e fosse proclamato uno sciopero per chiedre l’immediato ritiro dei licenziamenti di De Angelis e degli altri ferrovieri di Genova”.



SIAMO TUTTI DANTE DE ANGELIS!
Il giorno di ferragosto il macchinista e RLS delle ferrovie Dante De Angelis è stato licenziato, con comunicazione verbale e richiesta di intervento della Polizia Ferroviaria per allontanarlo, mentre si apprestava a prendere regolarmente servizio presso il Deposito di Roma S.Lorenzo.

Questo è un chiaro atto di rappresaglia perchè Dante, proprio in quanto rappresentante della sicurezza dei lavoratori, aveva espresso questa estate delle fondate perplessità sui livelli di sicurezza e manutenzione riguardanti gli Eurostar in dotazione a Trenitalia in riferimento ad alcuni recenti incidenti (per fortuna senza conseguenze gravi) accaduti agli ETR.
Con questo ennesimo attacco ai lavoratori più combattivi, Trenitalia mira a creare un clima di paura favorevole per l’azienda al suo tentativo di introdurre il “macchinista unico” con l’obiettivo di tagliare massicciamente personale. Una scelta che inevitabilmente produrrebbe un maggiore rischio per l’aumento dei carichi di lavoro a cui sarebbe sottoposto ogni singolo macchinista con conseguente aumento dei rischi per la sicurezza dei lavoratori e dei passeggeri.
Dante De Angelis aveva già subito un altro licenziamento politico nel marzo 2006 dopo una sua documentata denuncia e il suo legittimo rifiuto nei confronti di sistemi antidiluviani come il PUM (abolito addirittura nel 1939 e reintrodotto nel 2002!) utilizzati dall’azienda, anche quelli, al solo scopo di ridurre il numero di lavoratori da impiegare sui treni.
Dante era stato reintegrato dall’azienda solo dopo alcuni mesi di grande mobilitazione sindacale, politica e di opinione pubblica.

Il gruppo di “Comunisti Uniti” del Lazio esprime piena solidarietà a Dante De Angelis e massimo sostegno ad ogni iniziativa o campagna che verrà messa in campo per il suo reintegro.
Dante è il rappresentante per la sicurezza che ogni lavoratore vorrebbe avere al suo fianco!

E’, d’altronde, ormai da qualche anno che assistiamo alla ripresa, da parte di padroni e amministratori d’azienda, di atteggiamenti arroganti e intimidatori nei confronti dei lavoratori e dei propri legittimi rappresentanti.
I licenziamenti politici, soprattutto di RSU, cominciano ad essere numerosi dopo i casi più conosciuti alla FIAT di Pomigliano, Melfi e Termoli fino all’ultimo caso eclatante alla Piaggio di Pontedera. E tutto questo senza che si sia chiamato il movimento dei lavoratori a mobilitarsi al fianco dei delegati licenziati.
Questo clima di impunità, e rinnovata aggressività padronale, è uno dei frutti avvelenati del clima di cedimento e concertazione a cui abbiamo assistito negli ultimi anni e che ha portato i lvoratori e le lavoratrici a cedere pian piano ogni diritto acquisito dopo anni di mobilitazioni e lotte senza ottenere in cambio nulla. Anzi, parallelamente a questo cedimento di diritti (che qualcuno, anche nei governi di centrosinistra, ha cercato di millantare come flessibilità “necessaria” e “moderna”) abbiamo perso gran parte del potere d’acquisto dei nostri salari e pensioni, abbiamo subito una precarizzazione impressionante e abbiamo visto aumentare le morti e gli infortuni sul lavoro.

Occorre riprendere immediatamente a mobilitarsi contro tutti i licenziamenti politici e fare del reintegro di Dante De Angelis un obiettivo comune di tutto il movimento sindacale e operaio.

REINTEGRO SUBITO PER DANTE E PER TUTTI I LICENZIATI POLITICI!

COMUNISTI UNITI LAZIO fotinprop 04-09-2008