giovedì 5 giugno 2008

informazione libera

CASSAZIONE CONDANNA DUE CRONISTI


Avviso a tutte le redazioni d'Italia:
è reato usare le radioline scanner
per ascoltare le frequenze libere
delle forze di polizia. La Cassazione
penale ha confermato la condanna
del direttore e di due cronisti
del quotidiano "Merateonline"
Il silenzio dell'Ordine della Lombardia.
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04/06/2008 18:25:51 - Caso scanner Merateonline: colpirne 1 per educarne 100. Ricorso respinto dalla Corte di Cassazione, condanne confermate sia pure con i benefici della sospensione della pena e della non menzione nel casellario. Un grazie a Franco Abruzzo!

da Merateonline.it
Dunque, l`ascolto - anche se fosse casuale ad opera di un radioamatore - di una comunicazione tra forze dell`ordine è reato. Dopo 40 anni durante i quali plotoni di cronisti di nera e giudiziaria si sono riforniti di notizie attraverso lo scanner ecco la sentenza della Suprema Corte. Ed è irrilevante che lo scrittore del momento, il celebratissimo Roberto Saviano nel suo best seller "Gomorra" scriva a pagina 95: "Per seguire la faida ero riuscito a procurarmi una radio capace di sintonizzarsi sulle frequenze della polizia. Arrivavo così con la mia Vespa più o meno in sincrono con le volanti. Ma quella sera mi ero addormentato. Il vociare gracchiante e cadenzato delle centrali per me era diventato una sorta di melodia cullante". Giustamente il giornalista e scrittore partenopeo è circondato da agenti di polizia e carabinieri per proteggerlo. E nessun magistrato si sognerà mai di incriminarlo per una s imile bazzecola. Ma il cittadino comune, fuori dal cono di luce dei riflettori, come chi scrive ad esempio non può non porsi una domanda semplice eppure essenziale in uno stato di diritto: ma la legge è davvero uguale per tutti? Oppure lentamente è scivolata verso una deriva sposata ultimamente dal ministro Brunetta: colpirne uno per educarne cento! Questa è una piccola vicenda di provincia che non lascia segno né strascico. Ma è drammaticamente emblematica di un modo di agire di parte della magistratura oggi.
Claudio Brambilla
P.S. In tutta questa amara vicenda chi scrive, e i due colleghi coinvolti, una sola persona debbono ringraziare: Franco Abruzzo. Il quale, pur fuori ormai dal Consiglio dell`odg lombardo, ancora una volta ha dimostrato di essere davvero dalla parte dei giornalisti. L`unico, di un ordine cui versiamo senza ragione 100 euro l`anno per il rinnovo della tessera. Grazie Franco, speriamo di rivederti alla testa del nostro Ordine, ma quello con la O maiuscola.
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04/06/2008 20:42:17 - Caso scanner - Merateonline. La decisione della Cassazione fa discutere. Imbarazzante indifferenza dell'OdG Milano sul caso. Quello che tuttavia lascia perplessi (è un eufemismo, naturalmente) è l'indifferenza dell'Ordine dei giornalisti della Lombardia sulla vicenda. Pessima figura per il neopresidente Letizia Gonzales. A questo punto, vien veramente da chiedersi a cosa ancora serva un Ordine di questo tipo. Ben ne venga l'abolizione, quindi.
da www.newslinet.it
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da Repubblica.it
La Cassazione ha confermato la condanna per il direttore e due redattori di Merateonline che per lavoro si sintonizzavano sulle frequenze delle forze dell'ordine
Condannati tre giornalisti ascoltavano radio della polizia
Usare le radioline scanner è una pratica diffusa non solo nei giornali ma anche fra semplici appassionati, scrittori e sceneggiatori di film

di ORIANA LISO
MILANO - Avviso a tutte le redazioni d'Italia, ai tanti ascoltatori per hobby, agli sceneggiatori di libri e telefilm su marescialli, commissari e simili: usare le radioline scanner, quelle utilizzate per ascoltare le frequenze libere delle forze dell'ordine, è reato. Lo sanno bene il direttore e due giornalisti del quotidiano telematico del lecchese Merateonline: assolti in primo grado, condannati in appello, si sono visti ieri confermare la pena in Cassazione. Quindici mesi al direttore Claudio Brambilla e al redattore Fabrizio Alfano, sei mesi al collega Daniele De Salvo.
I tre sono stati ritenuti colpevoli, dalla Suprema Corte, di avere in redazione (come scoprirono i carabinieri con una perquisizione, nel 2002) le radioline che - in tantissimi piccoli e grandi giornali e tv - sono compagne fedeli dei cronisti di nera, che riescono ad arrivare tempestivamente "sul posto", cioè sul luogo di un omicidio o di un incidente, spesso grazie agli scanner. Sintonizzati, si badi bene, su frequenze libere, non criptate.
Proprio grazie a questa precisazione, nel processo di primo grado, il difensore dei tre giornalisti (un Antonio Di Pietro che aveva appena lasciato la toga ma non era ancora ministro) ne aveva ottenuto l'assoluzione. Ma l'anno dopo, la Corte d'appello di Milano aveva ribaltato la sentenza, condannandoli in base all'articolo 617 bis del Codice penale: "Installazione di apparecchiature atte a intercettare o impedire comunicazioni o conversazioni telegrafiche o telefoniche".
Per i giudici, infatti, "Le comunicazioni tra la centrale operativa e le pattuglie radiomobili della polizia giudiziaria avvengono tramite onde radio omnidirezionali, su frequenze assegnate preventivamente al ministero della Difesa, che la stragrande maggioranza dei cittadini non può captare, proprio perché le apparecchiature in grado di captare tali comunicazioni non sono, ad oggi, in possesso comune dei consociati".
Ma allora, perché le radioline scanner sono liberamente in vendita (la difesa dei tre giornalisti ha anche prodotto al processo gli scontrini dell'acquisto in normali negozi di elettronica)? E perché ad essere colpita è solo una piccola redazione, quando invece sono in tanti a utilizzare le trasmittenti?
Come prove a discarico, i tre imputati hanno prodotto il video di una puntata di Striscia la Notizia in cui uno degli inviati era sintonizzato sulle frequenze della polizia (con una radio scanner), e una copia del libro di Roberto Saviano Gomorra in cui, a pagina 95, l'autore racconta le sue notti incollato alla radio scanner. Insomma, "se anche libri e tv non fanno mistero di quest'uso - si chiedono a Merateonline - perché proprio noi?".

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