domenica 21 settembre 2008

Si è partiti, è la prima pietra o si sta fissando l’agenda?

L’argomento, non è dei più semplici. Si tratta della costituente della sinistra che Claudio Fava, come anticipato da l’Unità, voleva che partisse ieri (20 settembre) per parlare alla sinistra senza rappresentanza. All’inziativa, secondo il resoconto di Simone Collini de l’Unità, erano in cinquanta tra dirigenti od ex di partito ed intellettuali di area. Sinteticamente viene riportato che su una cosa c’è stata l’unanimità: che occorre una sinistra unita. Sui tempi non c’è accordo. Sui modi non c’è accordo. Sui contenuti (se sinistra per governare, o sinistra non necessariamente per governare) non c’è accordo. Dunque, nella migliore delle visioni che si possano avere, siamo in presenza di un rinvio di approfondimenti. Come quello che l’area vendo liana farà costituendo Rifondazione per la sinistra il 27 prossimo.
Con queste premesse si mette male per chi ha additato l’esperienza arcobaleno come operazione di stati maggiori e poi, cerca di riproporre, senza simboli, la stessa cosa. Non a caso la voce critica di un intellettuale marxista lì presente, Mario Tronti, ha fatto riferimento al fatto che nessuno, non volendo ripetere errori già compiuti, ha indicato in che modo coinvolgere a livello di massa gli elettori in questa prova.
Quindi sta già saltando l’impostazione di SD che a tambur battente pensava di lanciare la costituente con tutti quelli che abbandonata la bandiera rossa con falce e martello, avrebbero abbracciato un programma di sinistra riformatore da imporre nel confronto con il PD.
Perché tanti dubbi dai probabili costituenti? Sicuramente perché nelle analisi delle realtà politiche si saranno fatti i conti che una cosa era condurre maggioranze di partito a questa scelta tutti insieme, altra cosa diversa ed opposta è l’opportunità di fare con leggerezza tale scelta con minoranze interne di partito. Ora, pur nel non detto esplicitamente, c’è un rinvio all’esito che emergerà dall’iniziativa di Vendola del 27 pv. Nel senso che conterà la partecipazione e la sua qualità di composizione; così come il tipo di confronto pubblico che lì si esprimerà.
Ma spazi oramai non si vedono all’orizzonte. Il punto certo, immediato, chiaro che può essere prospettato dalla sinistra è ricominciare dall’unità dei comunisti, ovunque essi si trovino in questo frangente. E va sottolineato che il grande lavoro sociale e politico che Paolo Ferrero sta facendo con il sostegno alla inchiesta sociale di Fiom tra centomila lavoratori, è l’indirizzo giusto per predisporre la barra della direzione che organizzazioni di sinistra devono svolgere nella società.
Maurizio Aversa

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