lunedì 8 settembre 2008

Analisi del documento della Direzione Nazionale di SD

Posso chiedere a SD di non essere ipocrita?
1. Riproposizione del motivetto siamo movimento non siamo partito:
dichiarate una strategia “Sinistra”, in varie occasioni (incluso l’ultimo capoverso di questo documento) vi rivolgete a pezzi di partiti della sinistra, avete organismi nazionali, regionali, federali e locali, indicate un percorso per le europee e sostenete di non essere un partito. Guardate che quello che non è un partito è quello del predellino…..
Ricordo perfettamente la vostra nascita (mi fermo qui di Mussi, e l’intuizione di proporsi come “lievito”). Mi sembra che il lievito possa essere messo a disposizione di tutto un ammasso di impasto….e non prendere pezzetti di impasto per utilizzare il lievito altrove….forse è legittimo farlo, sicuramente non è una messa a disposizione ma una etero direzione e certamente è una insincerità (detta volgarmente bugia) presentarla come non organizzata e non finalizzata a rafforzare un partito.

Posso pretendere chiarezza di analisi, coerenza e trasparenza nelle posizioni politiche che si danno per scontate e per questo (in un documento ufficiale, suvvia!) vengono taciute?
2. L’analisi sul governo di destra e dei padroni guarda che fa, e accollare alle forze (indistinte) della sinistra l’assenza dell’opposizione senza dire una parola sul PD può avere due ragioni:
- SD sottovaluta o dimentica il ruolo del PD, oggi, in Italia, nello schieramento democratico e nel disegno omnicomprensivo che vuol svolgere nella sinistra pur dichiarandosi moderato;
- Oppure, più semplicemente, in modo taciturno ( e che quindi non possono accettare i militanti, i simpatizzanti, gli elettori di sinistra) SD già disegna un proprio ruolo di assiemare pezzi di sinistra e certificato che può presentarsi come altro dal PD, dialoga in esclusiva perché il disegno veltroniano non sia giocato solo da quella postazione ma anche da e con questo nuovo avanposto;
Guardate che a pensarlo è davvero poca cosa e non fa i conti con: la drammaticità della realtà degli ultimi nella società che non ce la fanno più; la tragedia che si potrebbe inverare in Italia se continuasse l’attacco alle basi democratiche e alla convivenza civile del paese; la svendita e lo smantellamento della struttura produttiva di qualità (la cosidetta fuga dei cervelli, oggi la pagano gli emigranti intellettuali, domani la pagherà un paese – cioè persone in carne ed ossa – asservito a decisioni e ruoli padronali che vengono da altrove e che troveranno negli attuali servi di uno pseudo capitalismo italiano quelli che saranno pronti (per qualche prebenda) ad essere svenditori del paese e governanti fantoccio.

Posso pretendere allora di conoscere il massimo di criticità possibile che una direzione di partito o movimento, ma comunque un selezionato e pregevole gruppo dirigente di sinistra, può manifestare, dichiarare, indicare nei confronti del PD? Di ciò che sta compiendo e di quanto ha già dannosamente svolto?
E non accontentarsi di giocare in difesa al grido di mai uniti ai comunisti? Ma, comunisti quali? Quelli che eravate? Quelli che volete dividere? O quelli che non volete a prescindere?
Se è questo il punto, chiaro, semplice, perfino banale, avete l’obbligo morale, etico, di rispetto delle storie personali, delle scelte future di ognuno e quindi politico di dirlo: voi siete quelli del grido “mai più con i comunisti”.

Al contrario, avreste proposto di svolgere il vostro ruolo di lievito con chi già c’è e non con chi vorreste che ci fosse. Il momento cruente poi, è dimostrato dall’esito dei congressi che vi costringe a dire se volete o no unirvi coi comunisti.

Noi, qualcosa a livello locale stiamo facendo, purtroppo insieme a tanta generosità dei compagni e delle compagne, c’è un sottofondo di ambiguità dovuto a queste mezze misure – che il documento conferma in pieno nella totale ipocrisia – che la direzione a Viterbo non ha sciolto. Ovvero, ha confermato in chiave venti settembre: ma i comunisti non sono il papato, voi non siete i garibaldini e soprattutto l’unità della sinistra e dei comunisti non è la Porta Pia di nessuno.

Maurizio Aversa

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